Acquatictà bambini 4/6 anni
Verso i quattro anni i bambini richiedono di “affrancarsi” dai genitori ed a questa età l’avventura nell’acqua diventa cosciente ed ancor più coinvolgente. Il ruolo dell’operatore che li accompagna è più determinante infatti «dovrà essere in grado di diventare abile nella direzione e nel coordinamento di una situazione individuale o collettiva, capace di suddividere in quadri, pennellati nelle loro caratteristiche visive e sonore, le storie e le azioni ad esse connesse; dovrà predisporre lo scenario di svolgimento dell’azione ed avere in mente il canovaccio, l’intreccio sul quale si costruiranno la situazione, i dialoghi, le relazioni; avere in mente il soggetto, la trama, l’ordine degli argomenti, ma dovrà anche saper recitare a soggetto, sapendo improvvisare all’interno di una intenzionalità educativa presente nelle mete del progetto. Non è un caso che le immagini di un operatore, qui sopra descritte, derivino dal linguaggio cinematografico e teatrale: proponiamo infatti un operatore che sia regista della situazione, che si ponga come lievito per le proposte dei bambini, che sia sempre presente mantenendo l’equilibrio che permetta ai bambini la scoperta, che crei le condizioni e i contesti atti a far sì che gli apprendimenti siano possibili e motivati anche attraverso la proposta di sfondi fantastici coinvolgenti. Dovrà sapersi mettere in relazione con il bambino attraverso il corpo, condurre il gioco, ma anche uscirne al momento opportuno, dovrà coinvolgere e lasciarsi coinvolgere. L’operatore non ha il compito di “istruire”, di “allenare” ma deve essere in grado, interpretando i ruoli sopra descritti, di rendere percorribili strade individualizzate che sfocino nei saperi, nel saper fare, nel saper essere, fondanti le competenze corporee dell’infanzia. »
Primi Passi UISP di Andrea Imeroni 1993